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PRINCIPE DEL FORO


di Foro_Romano
11.02.2020    |    13.240    |    8 9.0
"Il cazzo si afflosciò lentamente e sgusciò fuori dal buco spanato, seguito da un rivolo lattiginoso che prese a scendere lungo una coscia dell’adolescente..."
“Caro ragazzo, sono stato incaricato dal tribunale di seguire il tuo caso. Sono il tuo avvocato d’ufficio. Devo sapere come si sono svolti i fatti realmente. Poi vedremo come impostare la tua difesa”.
Davanti a lui, nel suo ufficio, un giovanissimo ‘delinquente’ alla sua prima ed unica denuncia. Era teso, nervoso, tremava di rabbia e di paura. Per la testa gli giravano i pensieri più funesti. Si vedeva già condannato non solo al carcere ma anche ad essere additato dai vicini, e persino da sconosciuti per strada. E come sarebbero stati trattati i suoi genitori? Ma perché si trovava in quella situazione? Cosa aveva fatto di illegale? Era appena maggiorenne e non si sarebbe potuto salvare da un giudizio attenuato dalla sua età. Era piccolo, magro, con una faccia da bambino che suscitava tenerezza. L’aspetto, che spesso lo aiutava a ricevere la benevolenza delle persone, non sarebbe servito a niente contro quello che dicevano di lui le carte processuali.
“Allora? Posso sapere?” lo incalzava l’avvocato.
“Ecco… Non so come spiegarle…”
“Qui il verbale della polizia dice che sei stato colto in flagrante, di notte, in un parco pubblico. Ma non dice che cosa stavi facendo esattamente, tanto da arrestarti per atti osceni in luogo pubblico. Data la tua età, sono riuscito a farti concedere il fermo con obbligo di firma, perché la reclusione potrebbe essere pericolosa per te. In cella potrebbero farti di tutto”.
“Si, per questo volevo ringraziarla, avvocato. Anche se…”
“Anche se?”
“Anche se… forse avrei preferito il carcere”.
“Come sarebbe a dire? Visto il tuo reato, avrebbero potuto farti cose non proprio piacevoli”.
“Lei dice, avvocato?”
L’uomo è rimasto un po’ interdetto a quella domanda. Non aveva preso in considerazione…
“Va bene, lasciamo stare. Allora vuoi dirmi come ti hanno trovato? Cosa stavi facendo?”
“Vede… Sin da piccolo ho cominciato ad avere certi interessi un po’… come dirle…”
“Interessi sessuali, intendi? Da piccolo? Non posso crederci”
“Beh, all’inizio non proprio sessuali. Diciamo che mi sentivo attratto emotivamente da certe persone. Ma non capivo ancora il perché… o meglio, la differenza”.
“Ancora non mi è chiaro. Da che genere di persone?”
“Dai maschi, ecco. Forse meglio dire dagli uomini maturi, o solo più grandi di me”.
“Mi stai dicendo che, da piccolo, ti sentivi attratto da uomini maturi?”
“Si, infatti”.
“E tu, sempre da piccolo, hai avuto rapporti sessuali con uomini?”
“Beh, non proprio. Nessun uomo che mi piaceva ci ha provato, anzi”.
“Anzi, cosa?”
“Anzi, sono stato io, a volte, a provarci”.
“Ma che devo sentir dire! E hai avuto rapporti con questi uomini. Dico, questi coi quali hai provato?”
“No. O non capivano o facevano finta di niente e se ne andavano”.
“Ma, hai avuto rapporti sessuali con uomini maturi?”
“Non proprio. Il primo che ha accettato è stato un ragazzo di 22 anni quando ero già grande”.
“E tu quanti ne avevi?”
“Io 16”.
“Poco più di due anni fa. E ti piaceva perché era più grande di te?”
“Si, però io già allora sentivo di preferire quelli ancora più grandi”.
“Più grandi quanto?”
“Sui 40-50 anni. Praticamente la sua età, avvocato”.
“Ma potrei essere tuo padre! Ma non ti vergogni?”
“No, affatto. E’ più forte di me. Sento che la mia natura è questa”.
“Questa quale?”
“Mi piace essere sottomesso alle voglie di maschi maturi, che facciano di me l’oggetto dei loro desideri più nascosti e più perversi. Perversi naturalmente secondo certi preconcetti”.
“Preconcetti, preconcetti… ma quali preconcetti. Qui si tratta di civiltà. Se sei una persona civile, non hai certi interessi. Sono contro natura”.
“Mi scusi, avvocato, ma anche questo è un preconcetto”.
“Il genere umano è costituito da uomini e donne. E basta. Avere rapporti diversi è contro natura”.
“Mi scusi ancora, ma non è così. La Natura ha un numero infinito di varianti. La Natura è illimitata. In Natura non esistono solo due cani, o due alberi, o due fiori ma milioni di cani diversi, di alberi diversi, di fiori diversi. Nessuno è così pazzo da mettere dei limiti, anche se solo concettuali, alla Natura. Così è anche per i gusti sessuali, perché il Sesso è Natura”.
L’avvocato rimane a guardarlo un po’ dubbioso. In effetti il ragazzo aveva ragione. In tanti anni di professione, gliene erano capitati di casi che riconducevano a persone dalle tendenze più disparate! In quel momento, un lampo gli è passato in testa. E lui come era? Aveva mai avuto interessi strani che non riguardavano le donne, o semplicemente sua moglie? In effetti… Ma poi tornò al suo assistito.
“Va bene. Sarà pure vero, infatti la legge non entra nel merito dei gusti personali, solo è contraria che certi atti siano fatti in un luogo pubblico, sotto la vista di tutti”.
“E mi dice che in un parco, di notte, tutti potrebbero vedere? Solo se ci vanno apposta. Fuori dei vialetti, dietro le siepi. Le sembra che siano sotto la vista di tutti?”
“Vero, però la legge parla chiaro e, fintanto che questa legge è in vigore, i cittadini devono attenersi ad essa”.
“Ma non tutti lo fanno. La forza della Natura è più forte della legge”.
“Ma che motivo hanno? Per questo ci si sposa. Così non c’è bisogno di andare alla ricerca”.
“Ne è convinto, avvocato? Mi vuol dire che il matrimonio, per la legge, per la società, è solo un vincolo all’istinto animale? Allora perché parlare di Amore? Quello è un sentimento diverso”.
“Beh, nel matrimonio c’è anche Amore. E’ un sentimento che unisce un uomo ad una donna e viceversa”.
“Ma può essere anche tra uomo e uomo, o tra donna e donna. Siamo sempre trattando della varietà della Natura, che non ha limiti. Senza parlare, poi, della stanchezza che, anche solo in ambito sessuale, può colpire uno o tutti e due gli sposi, che spinge a cercare qualcosa di diverso, od a trovare sfogo a certi interessi che si sono repressi per anni”.
Il ragazzo aveva ragione. Si ricordò in quel momento che anche lui, da giovane, si era invaghito segretamente di un suo collega di studio all’università, ma poi quello se ne era andato, aveva lasciato gli studi e non lo aveva rivisto più. Se, invece, fosse rimasto come sarebbe finita? Cercò di dimenticare e tornare al punto.
“Ok, il discorso non fa una piega. Vedrò di poterlo usare in arringa. Però ancora devi dirmi cosa stavi facendo quando ti hanno scoperto i poliziotti”.
“Ero in ginocchio vicino ad un albero e avevo appena finito di fare un bocchino con ingoio ad un uomo”.
“Un… bocchino… Con… ingoio…! Ah, ok. Ma qui non risulta che c’era un altro uomo”.
“Infatti. Avevamo appena finito e lui si è sbrigato a richiudersi i pantaloni ed a svignarsela. Forse aveva visto i poliziotti arrivare. Io, invece, non ho fatto a tempo a rialzarmi che quelli mi hanno tirato su”.
“Ma se l’uomo non c’era più, allora perché dicono che tu hai fatto atti osceni in luogo pubblico?”.
“Beh… è che avevo ancora le labbra sporche di sperma”.
Le labbra! Già. Quelle belle labbra tenere, morbide, gonfie, rosee su quel viso dolce! Un brivido percorse l’avvocato per tutto il corpo.
“Ok, ma dove è la flagranza. Non c’è flagranza. Hanno solo trovato un ragazzo inginocchiato accanto ad un albero. Poi, perché stavi così sono affari tuoi. Ci appelleremo a questo”.
“Fortuna che non erano venuti poco prima, sennò sarebbe stato peggio”.
“Prima? Che vuoi dire? Perché sarebbe stato peggio?”.
“E’ che prima di fare quel bocchino ero appoggiato all’albero e mi stavo facendo inculare da due uomini che mi hanno riempito di sborra”.
“Due… uomini? Riempito? Come? Prima uno e poi l’altro?”
All’avvocato sembrava di venir meno nel pensare alla scena.
“Si, cioè, si sono alternati e, quando uno stava per venire, usciva ed entrava l’altro. Così è durata per un bel po’ prima di arrivare al limite e di sborrarmi dentro”.
“Ti hanno… scopato… per un bel po’ prima di riempirti come una troia! E poi hai fatto un bocchino con ingoio ad un altro!”
L’avvocato si accorge di essersi eccitato a quel racconto. Si guarda la patta gonfia. No, non può essere.
“Ma io sono troia, non l’ha capito? A lei non piacerebbe scoparsi una giovane troia e sborrargli dentro? Io credo di si” e così dicendo allunga una mano a tastargli la patta. Ce l’ha indiscutibilmente duro.
Il bel cucciolo pervertito lo ha guardato con gli occhi ingenui dell’età ma, se osservava bene, ci poteva leggere anche un po’ di malizia, della perversione e tanta lussuria. Non si è mosso di un centimetro quando il ragazzo si è avvicinato, gli si è inginocchiato davanti, gli ha slacciato la cintura, aperto i pantaloni e li ha calati a mezza coscia assieme alle mutande, prendendosi in faccia una sciabolata di dura minchia. Era come ipnotizzato e travolto dagli eventi. Il bel visino gli ha sorriso, prima di prendergli in bocca la cappella per sliguazzarla.
“Mmmm, che buonaaa… Mmmm” e se l’è affondata fino in gola.
L’avvocato stava per svenire. Senza pensarci, istintivamente, gli ha preso la piccola testa tra le mani ed ha cominciato a scopargliela senza ritegno. Le mani del ragazzino contro le sue cosce pelose per un po’ finché hanno spinto per liberarsi la bocca da quella nerchia violacea pronta ad esplodere. E’ passato a lappargli le grosse palle pendenti, a pettinargli i peli con la ruvida lingua, per poi tornare alla cappella e coprirla di saliva. Ancora in gola, ancora fuori, prigioniero tra le tenere labbra, ed ancora, ancora, ancora. Era in estasi. Rantolava.
In un batter d’occhio il ragazzino si è tirato su, girato, calato i pantaloni e messo a 90 gradi appoggiato alla scrivania aprendosi le due piccole, sode natiche che nascondevano uno sfintere deflorato che la diceva lunga sull’uso che ne era stato fatto da molti.
“Ti prego. Scopami, bel maschio. Scopami. Ho bisogno del tuo cazzo. Ficcamelo dentro e scopami. Scopami forte fino a riempirmi di tanto succo. Svuotati i coglioni dentro di me. Dammelo, dammelooo. Ne ho bisogno”.
Ne aveva bisogno anche l’avvocato. Non poté fare a meno che accontentarlo con un unico, feroce affondo che strappò un gemito a tutti e due. Prese a scoparlo duramente. Le palle battenti davano il ritmo.
“Cagna, vacca, bagascia d’una troia. Vuoi il cazzo? Eccoti il cazzo, lurido schifoso frocio”.
Come erano potute uscire quelle parole ad un serio professionista come lui? Eppure è stato così, ma l’uomo, in quel momento, non si è posto nemmeno la domanda. Pistonava senza ragionare, con forza. Si era trasformato in un animale da monta. Emetteva rauchi grufolii misti ad insulti smozzicati, a volte incomprensibili. Il ragazzino si lamentava di piacere, sguaiolava. A volte sembrava che miagolasse come un gattino. Il cazzo si era gonfiato come non lo aveva mai visto ed entrava ed usciva rapidamente da quel buco che non sembrava poterlo contenere, tanto era piccolo quel corpo trattenuto saldamente per i fianchi.
Raggiunse in poco tempo l’apoteosi dell’orgasmo e, con un ruggito strozzato, lo farcì di tanto caldo succo virile. Le palle pulsavano ritmicamente ad ogni fiotto vischioso sparato nelle accoglienti viscere. Si piegò sulla sua schiena, stringendolo con le braccia, mentre riprendeva fiato e coscienza. Il cazzo si afflosciò lentamente e sgusciò fuori dal buco spanato, seguito da un rivolo lattiginoso che prese a scendere lungo una coscia dell’adolescente. Osservò quell’immagine inorridito.
“Mio dio! Che ho fatto! Come è potuto accadere!”
“Eccole spiegata la forza della Natura, avvocato. E’ più forte della legge, come le dicevo. A lei è piaciuto farlo ed io ho goduto nel farla godere. Che male c’è? Siamo due persone maggiorenni e consenzienti, anche se con molti anni di differenza. A me piace proprio questo”.
L’avvocato dovette prendere atto che quel delizioso fanciullo aveva ragione. Aveva goduto come non mai, ma c’era la Legge da rispettare.
“Va bene, mi appiglierò alla non chiara evidenza di reato e poi troverò qualche altro cavillo. E… un’altra volta, se tu vuoi naturalmente, potremmo ‘discuterne’ per qualche ora in un comodo letto? Potrei chiarirmi meglio le idee sulle diverse posizioni da prendere... Non in tribunale, certo”.
“Naturalmente, avvocato, naturalmente. Quando vuole. Io sono a sua completa disposizione. Quando sente il bisogno, può sfogarsi con me. Sarà un piacere soddisfare un principe del… foro”. Gli fece l’occhiolino e si allungò per schioccargli un bacio sulla guancia, per poi girarsi ed andar via, mostrandogli le chiappette dondolanti strizzate nei jeans.
Al solo ricordo di quelle (per non parlare del resto) l’uomo, appena poté, dovette tirarsi un segone in bagno e sborrare ancora.

(Dedicato a Bsx06)

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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